Le persone hanno bisogno di modelli o di scorciatoie ?

Le persone hanno bisogno di modelli. 

PERCHÈ SUCCEDE? 

Perchè spesso è più facile vedere cosa fanno gli altri e andare per imitazione. 

Non è solo più facile, ma è anche più veloce. Capita che se il modello è valoriale ci sarà miglioramento. 

In altri casi, il rischio sarà “la scorciatoia” vista non come guadagno di tempo o abbattimento di costi, ma semplicemente come una furbata, un taglio netto a tutto quello che serve a formare un’esperienza valoriale. 

LA CHIAVE PER ESSERE UNICI

La chiave di lettura è nella ricerca e nella capacità di attivare un cambiamento.

Ci vuole tempo, motivazione e tanta resilienza per riuscire a fare la differenza in un mondo che per alcune situazioni va veramente veloce.

Pensiamo alla tecnologia e alla sua evoluzione, dall’altra parte è sotto i nostri occhi che altre situazioni sono rimaste fisse alla preistoria: vi sto parlando delle relazioni.

Ci vuole visione o perlomeno ci vorrebbe visione, uso il condizionale perchè nelle aziende la Vision è presente e chiara solo in una percentuale di circa il 20%, nelle persone invece è anche peggio. 

Tutti pensano di poter fare tutto, seguendo un corsetto di formazione e in alcuni casi estremi, seguendo un tutorial su YouTube. 

C’è chi apre la strada, formandosi e investendo tempo e denaro e poi ci sono quelli che ci provano imitando, spesso male quello che è stato fatto. Alcuni esempi:

  • Negli anni ’70 ’80 in palestra sono iniziate le ondate americane dell’aerobica e del body building e le sale hanno incominciato a svuotarsi di insegnanti in educazione fisica e scienze motorie e hanno iniziato a riempirsi di guru del fitness e del benessere formati da un mini corso di 4 ore;
  • Negli anni ’80 la maratona era per pochi, aveva un fascino particolare, era la regina delle attività faticose, oggi un numero spropositato di persone ha approcciato la maratona e molte volte senza essersi troppo allenato;
  • Qualche lustro fa, quando andavi in montagna oltre i 1700 metri, trovavi amanti e appassionati attrezzati di tutto punto e carichi di nozioni valoriali, conoscenza dei sentieri e della lettura di una mappa. Ora in montagna trovi gente oltre i 2000 metri in ciabatte e sempre più spesso, grazie all’Ultratrail orde di corridori, che della montagna se ne fregano, sono focalizzati solo sul dislivello e sul tempo di percorrenza;
  • Negli anni ’80 non ricordo si parlasse di dieta, se non in casi in cui una patologia lo richiedesse. Oggi trovi nutrizionisti e guru dell’alimentazione ad ogni angolo;
  • Pensate all’accelerazioni delle startup negli ultimi 15 anni. Dall’America arrivano i miti, quindi ci si può provare ed oggi tanti ci provano, ma l’obiettivo non ha un valore assoluto, il lavoro, ma diventa solo l’esigenza di diventare una startup scalabile e che faccia exit milionaria. Nulla di male, ma il lavoro, l’ambiente e tutto quello che orbita intorno ad un contesto importante e sociale come questo, non è più primario, perchè primario diventa “l’unicorno”, ovvero fare exit milionaria. 

Non capiamo bene come sia successo, perchè semplicemente c’è stato un adattamento più o meno consapevole a dei modelli imposti.

Piccoli esempi di come le persone abbiamo solo bisogno di vedere un modello per imitarlo, fregandosene altamente dei valori dei principi e di tutta quella storia che invece è fondamentale per capire davvero cosa sia fare certi tipi di attività o di scelte.

IL PROBLEMA SOCIALE

Finché si tratta di sport, nulla di grave, il problema diventa grave quando vengono coinvolte situazioni più impegnative come rispettare regole sociali. 

In alcune città sembra normale lasciare immondizia in alcune aree perchè manca il tempo per andare in discarica, viaggiare in bici sui marciapiedi sta diventando la norma in molte grandi città, perchè in strada è pericoloso. 

Insomma le persone tendono ad imitare atteggiamenti anche fuori regola e pochi tendono ad approfondire se questo sia “giusto” o “sbagliato” perchè semplicemente è entrato a far parte di un modo di essere non agganciato ai valori condivisi.

Oggi, sempre più, con i social tutto è molto più amplificato e questo concetto del giusto o sbagliato è spazzato via dal pensare di avere il diritto ineluttabile di dire qualunque cosa passi per la testa.

Il periodo è intricato perchè i modelli valoriali scarseggiano e ineluttabilmente vengono sostituiti da modelli che di valoriale, hanno davvero poco.

Se è vero, e credo lo sia, che sulle relazioni non ci siamo evoluti alla stessa velocità della tecnologia, come lo riempiamo questo gap? 

COME RISOLVERE IL PROBLEMA?

Forse semplicemente ricominciando a condividere e a dialogare, spostando la tecnica e mettendoci un po’ di anima e di cuore.

Voi oggi, avete un modello valoriale di riferimento, che non sia un componente della vostra famiglia? Un mentore dal quale avete appreso qualche cosa di importante, una persona a cui fate riferimento come modello di comportamento e di integrità?

Sarebbe utile condividere, giusto per far lievitare il livello di consapevolezza e responsabilità che oggi sembra essere più vicino alla riserva che non al pieno.

Condividi il post

Condividi il post

Articoli più letti

Entra nella community Telegram

Ogni lunedì alle 7:00 una tips e motivazione

Niente spam, solo info utili per te

Correlati

Potrebbe interessarti anche

Il quiet quitting : il Silenzioso declino

Il fenomeno del “quiet quidding” nel contesto professionale sta emergendo come una preoccupazione sempre più rilevante per le organizzazioni di tutto il mondo. Questo termine,

L’importanza del “piano B”

Nel continuo mutamento del mondo aziendale, un elemento cruciale per la sopravvivenza di qualsiasi impresa è la capacità di adattamento e di anticipare i cambiamenti

Carrello